Roma, 9 gen. (Labitalia) – “Accogliamo con soddisfazione
l’approvazione della mozione della maggioranza sulle pensioni.
Finalmente, forse, si comincia a ragionare, si lasciano cadere
populistici e demagogici tentativi di tagliare ancora pensioni
medio-alte frutto di contributi veri e salati e, come dice la mozione,
a ‘monitorare gli effetti e l’efficacia delle misure introdotte dalla
legge di stabilita” ‘nel rispetto dei principi indicati dalla Corte
costituzionale’, che noi abbiamo chiamato in causa gia’ anni fa e
continueremo a fare”. Cosi’ Guido Carella, presidente Manageritalia,
commenta l’approvazione della mozione della maggioranza sulle
pensioni, dopo che ieri aveva parlato “non di pensioni d’oro, ma di
pensioni ritenute galline dalle uova d’oro per i continui attacchi e
tagli”.
“Certo – ammette – non e’ finita qui. Abbiamo bloccato
l’ennesimo attacco alle pensioni elevate, ma resta quanto inserito
nella legge di stabilita’ (blocco perequazione e contributo di
solidarieta’ sopra i 90mila euro lordi annui), che si aggiunge al
pregresso gia’ ampiamente condannato dalla stessa Corte
costituzionale. Infatti, ripartiamo – sottolinea – sperando che ora si
ragioni in modo serio e tenendo conto dei numeri, dei fatti e dei
patti che lo Stato ha fatto con chi oggi e’ in pensione e ha sempre
pagato le tasse e versato abbondanti contributi. Soprattutto del fatto
che le pensioni non sono il problema di questo Paese, abbiamo gia’ un
sistema tra i migliori e piu’ sostenibili d’Europa e del mondo. Che i
veri problemi sono altri, che i tagli vanno fatti altrove e, di fatto,
serve pensare a come crescere. Perche’ di soli tagli si muore tutti”.
“Dico che ripartiamo da tre – spiega – perche’ abbiamo fermato
l’ennesimo e gravissimo attacco ai diritti dei pensionati, ma restano
tre aspetti negativi che ci portiamo dietro: il blocco della
perequazione, il contributo di solidarieta’ e questo disprezzo per le
pensioni e i pensionati. Ecco, a differenza di Troisi nel memorabile
film, noi ripartiamo con questi tre aspetti negativi che vogliamo e
dobbiamo cambiare. Perche’ i pensionati, tutti, ma ancor piu’ quelli
che hanno versato – rimarca – e non rubano nulla, non si meritano
questo trattamento, mi sentirei quasi di definirlo astio. E ancor piu’
perche’ stiamo mettendo in dubbio la serieta’ dello Stato e del
sistema pensionistico, visto che ogni due per tre i patti e le regole
sulle pensioni cambiano. E allora, se continua cosi’, quale fiducia
possono avere quelli che oggi lavorano e versano e domani si aspettano
una pensione sempre piu’ incerta e mutevole?”.